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Collemar-athon ti sfida. Il primo anno che la corri normalmente ti stende perché, seppur allenato, non potevi ponderare le reali difficoltà alle quali saresti andato incontro, a partire da un dato tanto semplice quanto pieno di insidie: il clima.

Se sei particolarmente segnato dalla sorte avversa e ti capita una giornata di “pieno” sole, puoi star certo che tutta la muscolatura non mancherà di fare un nodo al fazzoletto. In ogni caso, dopo la prima volta, ritenti perché la sfida va accolta. Più è difficile, meglio è. Nel mentre hai scoperto un mondo totalmente diverso da quello consueto.

Montagna/Mare/Persone. Tre elementi scelti, in un mucchio, a rappresentare in forma sintetica questa nostra Collemar-athon.

Sempre va ricordato il momento, in un crescendo “fisico”, in cui la bombarda ti sommerge di coriandoli e, abbracciati da un migliaio di persone, inizia l’avventura. L’ho vista, ormai più volte, ma nessuno di noi riesce a non avere un piccolo moto di commozione. Il territorio qui la fa indubbiamente da padrone ma tutto ciò avrebbe ben poco senza l’anima di Collemar-athon: le persone. Queste sono il pezzo “forte” di tutto.